Meeting all'Eliseo

Ossessionati dalle regole di bilancio

Poco prima del malore, da cui gli auguriamo di riprendersi presto, il presidente del Consiglio Gentiloni si è incontrato con il presidente francese Hollande. La solennità dell’occasione è stata tale da dover discutere del futuro della storia europea, che per Gentiloni, non sarebbe degno abbastanza se il vecchio continente rimanesse “ossessionato” dal rispetto delle regole di bilancio. Francia e Italia si sono dunque impegnate a rilanciare l'Ue in uno dei momenti più difficili dopo la Brexit, ritenendo come priorità la crescita ed il lavoro. Non ci è però stato detto come esattamente l’Italia e la Francia intendano procedere su questa strada. Perché il problema del lavoro in Italia è davvero serio, non solo per quello che manca, ma anche per quello che c’è. Leggiamo proprio oggi che nella Capitale un vigile su sette non può svolgere servizio stradale. Il comune non si scompone e risponde che questo è nella media di un impiego che riguarda persone di oltre i cinquant’anni di età. E’ possibile che lo stesso problema infatti vi sia anche a Parigi, non fosse che a Parigi non si registra l’emergenza viabilità comune a Roma e soprattutto non c’è un inchiesta sulle assenze dal posto di lavoro dei vigili urbani, come c’è stata nella nostra Capitale. Il problema del lavoro che manca, andrebbe per lo meno accompagnato dalla maniera in cui si svolge il lavoro che c’è, soprattutto nel servizio pubblico. Il 29 dicembre scorso la Corte di Cassazione si è pronunciata ritenendo legittimo il licenziamento in un’azienda anche solo per incrementarne la produttività. Un principio che finora è stato estraneo alla nostra giurisprudenza e che sarebbe bene tenere a mente. Perché un Paese come il nostro per crescere non ha solo il problema degli investimenti, ma anche della qualità con cui questi vengono effettuati. In Italia si è investito moltissimo negli anni, sono invece mancati i risultati, per questo l’austerità è per lo meno utile a limitare gli sprechi, oltre che ad limitare il debito, che non si è mai diminuito. Se domani decidiamo che l’austerità può essere abbandonata, bisognerà per lo meno preoccuparsi di non commettere gli stessi errori del passato. Francamente non sapremmo dire se questo governo ne sia consapevole.

Roma, 11 gennaio 2017